Possono partecipare le startup innovative che siano già iscritte all’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese presso una delle Camere di Commercio della Lombardia alla data di pubblicazione del bando. Ma anche le Mpmi micro, piccole e medie imprese iscritte al registro delle imprese di una delle Camere di Commercio della Lombardia da non più di 48 mesi dalla data di pubblicazione del bando
L’attribuzione delle ritenute subite da soci di società di persone o di associazioni senza personalità giuridica è l’oggetto di una norma non recentissima ma, forse, spesso dimenticata e che vale la pena di ricordare.
I soci di società di persone o di associazioni professionali, infatti, possono trasferire alla società o all’associazione le ritenute d’acconto (subite nell’esercizio in forma associata dell’attività di impresa o professionale) che residuano dopo lo scomputo del proprio debito Irpef affinché queste possano poi utilizzarle in compensazione dei propri debiti tributari e contributivi.
Per poter far sì che tali ritenute possano essere utilizzate devono essere presenti due aspetti essenziali:
- i soci/associati devono preventivamente esprimere il proprio assenso attraverso un atto avente data certa (a tal fine è sufficiente una comunicazione via PEC).
- il socio/associato potrà trasferire alla società/associazione le ritenute Irpef purché dalla sua dichiarazione dei redditi non emerga un debito d’imposta. Il trasferimento di tali ritenute da parte del socio/associato alla società/associazione potrà avvenire alternativamente in modo
- permanente (automaticamente nel corso dei diversi esercizi fino ad espressa revoca)
- temporanea (ogni anno i soci/associati decideranno se rinnovare o meno il consenso al trasferimento delle ritenute).
Se i soci/associati sono titolari di altri redditi, saranno utilizzate a scomputo dell’Irpef le ritenute secondo il seguente criterio:
- in primo luogo dovranno essere utilizzate in compensazione le ritenute derivanti dalle altre attività;
- dopodiché verranno utilizzate le ritenute attribuite dalla società/associazione;
- a questo punto, qualora residuino crediti, l’eccedenza di queste ultime potrà essere trasferita.
Il socio non è obbligato a ritrasferire alla società/associazione l’intero ammontare delle ritenute residue ma potrà decidere di trattenere una parte di tali ritenute per l’utilizzo in compensazione di altri debiti tributari (l’IMU, ad esempio) né l’adesione deve per forza essere espressa da tutti i soci/associati: ogni singolo socio/associato avrà la possibilità di decidere se trasferire delle ritenute alla società/associazione oppure no e la decisione di un socio non vincola gli altri.
Il trasferimento delle ritenute è irreversibile e quindi le ritenute residue trasferite alla società/associazione non possono essere nuovamente trasferite ai soci.
Il trasferimento delle ritenute è considerato una partita di giro tra soci e società che ha solo natura finanziaria e non sarà, pertanto, soggetta ad alcun tipo di tassazione. Questo meccanismo consente al socio/associato di poter:
- riportare a nuovo l’eccedenza del credito scaturito dalla dichiarazione dopo che si è proceduto all’eventuale compensazione con altre imposte personali;
- evitare di chiedere il rimborso del credito derivante dalla propria dichiarazione dei redditi, con tempi mai precisi sulle tempistiche di rimborso;
- trasferire le ritenute alla società/associazione con il risultato che al socio verrà erogata la somma corrispondente alle ritenute cedute (ottenendo così una sorta di rimborso immediato del proprio credito tributario) mentre la società/associazione potrà contare su un credito da portare in compensazione (in sostanza versando al proprio socio anziché allo Stato).
In un Paese in cui i crediti delle imprese verso lo Stato per forniture e per imposte pagate in eccesso hanno raggiunto un livello insostenibile sono queste le riforme che vanno introdotte, sostenute e di cui approfittare. Un po’ di ossigeno, di questi tempi.
Essere maschio o femmina conta sempre meno nei criteri di selezione dei candidati, a fare la differenza per i datori di lavoro sono le competenze. Così dai dati previsionali di quest’anno oltre la metà delle nuove assunzioni saranno rivolte indistintamente ad ambo i sessi, contro il 43,8 % del 2011. Ma nelle imprese sociali dove l’indifferenza al genere da parte delle aziende appare ancora più elevata 68,4%, le donne talvolta hanno una chance più marcata di trovare un posto di lavoro.
viaImprese femminili: sprint delle imprenditrici under 35, +6% in sei mesi | Il giornale delle pmi.
Se il 55% dei consumatori mondiali è disposto a pagare di più per prodotti e servizi di aziende che si impegnano ad avere un positivo impatto sociale e ambientale Nielsen 2014, per le aziende oggi essere socialmente responsabili non è più un vantaggio, ma è diventato uno svantaggio non esserlo.
viaManageritalia: la responsabilità sociale è un affare – Vita.it.
Il provvedimento Crescita 2.0, approvato dal Parlamento quasi due anni fa, ha prodotto i suoi effetti soprattutto nel 2014: 246 i progetti finanziati dagli istituti, protetti dal Fondo di garanzia del ministero dello Sviluppo economico
viaBanche, 100 milioni alle startup grazie al decreto Passera – Wired.
È dura capire in che paese si vive, quando realtà e rappresentazione sono così distanti, quando lItalia che vendiamo è così diversa da quella che compriamo, quando il made in Italy, che si dice sia il marchio più noto al mondo dopo Visa e Coca Cola, è riferito a un paese che non consuma più italiano e che ha perso dieci punti di Pil in sette anni.
La curva del Pil e quella del numero di neonati si assomigliano. Anche gli immigrati, che avevano fatto risalire il tasso di natalità, hanno smesso di fare figli. Calano anche i matrimoni, mentre aumentano i figli nati da coppie di fatto un quarto del totale.
Il «caffettometro» non basta al fisco per provare che il ristorante ha omesso di dichiarare redditi. La ricostruzione operata dall’agenzia delle Entrate sui consumi di caffé non ha valore indiziario di gravità e precisione tale da dimostrare la fondatezza dell’accertamento.
viaI fondi del caffé non bastano al fisco per provare l’evasione – Il Sole 24 ORE.
Dove il welfare state è solo per i lavoratori garantiti e a posto fisso entrati nel mercato del lavoro nel XX secolo, gli esclusi dalle forme di sicurezza sociale hanno iniziato ad arrangiarsi sfruttando economicamente gli appigli offerti dalla Sharing Economy.
Come la nascente classe operaia del mondo industriale ottocentesco ha creato le sue forme di mutuo soccorso poi incorporate dallo stato sotto forma di welfare state, oggi i freelance e precari della nuova economia digitale si auto organizzano in nuove forme di cooperazione per affrontare la durezza della vita da imprenditore di se stesso.