Ricerca

Lombard street

il blog dello studio lombard dca

Mese

ottobre 2015

Fisco, sull’evasione il governo è troppo ambiguo 

Il prof. Mario Monti è attualmente a capo di un gruppo di lavoro inter-istituzionale per la riforma del bilancio dell’Unione Europea. L’Europa, che ha già realizzato progetti complessi come l’euro e la Banking Union, non può tirarsi indietro rispetto ad un progetto di tassazione del reddito delle persone giuridiche che sia uniforme in tutti i Paesi membri dell’Unione. Il capitale è il fattore produttivo più mobile che esista. Se c’è una tassa per cui è ottimale stabilire un criterio omogeneo a livello europeo, questa è la corporate tax. Sarebbe importante che l’Italia facesse squadra per difendere gli interessi comuni. Come ha detto il Presidente Sergio Mattarella, «non sempre è facile, ma è possibile».

Sorgente: Fisco, sull’evasione il governo è troppo ambiguo – Linkiesta.it

L’era dell’Information Economy, guai a restare indietro 

Da qui a pochi anni saremo immersi completamente nell’era dell’Information Economy. Entro il 2020 almeno 30 miliardi di dispositivi elettronici saranno connessi al web, in tutto saranno prodotti 44 trilioni di gigabyte. Ogni aspetto della nostra vita quotidiana sarà stravolto. Le persone vivranno e lavoreranno costantemente in rete e produrranno un’enorme mole di dati e di informazioni durante ogni attività, anche quella più semplice.

Sorgente: L’era dell’Information Economy, guai a restare indietro – Wired

Legge di stabilità 2016: maxi ammortamenti e regime forfettario

La bozza di Legge di Stabilità 2016 approvata dal Governo lo scorso 15 ottobre e il cui iter parlamentare è ancora in corso tocca, come sempre numerose le categorie di contribuenti e prevede una serie d’interventi che vanno dall’esenzione ai fini IMU e TASI dell’abitazione principale (e delle relative pertinenze) alla riapertura dei termini per aderire alla disciplina speciale di assegnazione o di cessione agevolata di beni ai soci o di trasformazione agevolata in società semplice.

Ci preme, però, segnalare due novità che, qualora introdotte, potrebbero avere un sicuro impatto in alcune scelte imprenditoriali e lavorative.

Maxi ammortamenti

E’ prevista l’introduzione di un maxi ammortamento ai fini fiscali pari al 140% del costo sostenuto da imprese e professionisti che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi a partire dal 15.10.2015 fino al 31.12.2016.

Si tratta, in buona sostanza, della possibilità di conteggiare l’ammortamento ai fini fiscali sul costo di acquisto dei cespiti maggiorato del 40% ossia, nel caso di un costo di acquisto di un cespite pari a €10.000 e il cui coefficiente di ammortamento sia pari al 20% il conteggio dell’ammortamento da ripartire in cinque anni verrà effettuato su un valore di €14.000 (€10.000+40%) con la conseguente emersione ai fini fiscali di maggiori costi deducibili per €800 per anno (€14.000×20%=2.800 contro €2.000 calcolato su €10.000×20%).

La bozza, inoltre, prevede un incremento del 40% dei limiti fiscali sui quali conteggiare le quote di ammortamento dei beni di cui all’art. 164, comma 1, lettera b) del TUIR, (autovetture, autocaravan…) In particolare il costo massimo fiscale riconosciuto finora pari a €18.075,99 verrà aumentato fino a €25.306,39 (€18.075,99×40%).

La disposizione, però, non dovrebbe però applicarsi alle seguente tipologie di cespiti:

  1. beni con coefficienti di ammortamento inferiori al 6,5%;
  2. fabbricati e costruzioni.

Aggiornamento: la circolare definitiva sui maxi ammortamenti la potete trovare qui

Regime forfettario

La bozza di Legge di Stabilità prevede, tra l’altro, la modifica del nuovo regime forfettario introdotto lo scorso anno (e poco utilizzato dalle persone fisiche per via della proroga del regime dei minimi concessa ad inizio 2015) e che dovrebbe sostituire tutti i regimi agevolati fino ad oggi conosciuti (alcuni ad oggi già abrogati, come il quello per le nuove iniziative produttive).

Le novità dovrebbero consistere in:

  1. un innalzamento dei massimali di reddito al di sotto dei quali è possibile accedere al regime (attualmente talmente bassi da escludere, in pratica, la possibilità di applicazione del regime anche in presenza di redditi lordi molto modesti);
  2. una riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva dal 15% al 5% per i primi cinque anni dell’attività (nel caso di nuove iniziative produttive) da applicarsi forfetariamente attraverso l’utilizzo di coefficienti di redditività diversificati per ogni settore interessato dal regime;
  3. ampliamento dell’ambito di applicazione del regime ai lavoratori dipendenti o pensionati che svolgano o intendano avviare un’attività in forma autonoma. In particolare, dovrebbe essere abrogato il requisito limitativo per l’accesso al regime forfetario che richiede, nell’annualità precedente, la prevalenza dei redditi conseguiti con l’attività esercitata rispetto a quelli eventualmente percepiti come redditi di lavoro dipendente e assimilati;
  4. una riduzione pari al 35% della contribuzione (ordinaria) INPS.

Di tutto il resto, e di questo ancora, tratteremo una volta definitivamente approvato.

Il problema dell’Italia e i libri con più di 50 anni 

In Italia l’esportazione dei libri d’antiquariato è regolata dall’articolo 65 del Codice unico dei beni culturali, che prevede che nessun bene librario pubblicato da oltre 50 anni, indipendentemente dal proprio valore, possa lasciare il territorio nazionale senza una licenza di esportazione; si commetterebbe altrimenti un reato punibile con la reclusione da uno a quattro anni. Fino a pochi mesi fa le licenze erano rilasciate dalle regioni. Il decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78  – convertito in legge il 4 agosto scorso – ha destituito le regioni dalla tutela dei beni librari, senza però indicare quale ente e quali uffici ne siano divenuti responsabili. Da allora le licenze sia per importare che per esportare libri d’antiquariato sono state bloccate.

Sorgente: Il problema dell’Italia e i libri con più di 50 anni – Il Post

La disciplina fiscale degli omaggi

 

I beni ceduti da un’impresa come omaggio con finalità promozionali, subiscono un trattamento fiscale articolato a seconda che siano prodotti o commercializzati dall’azienda stessa ovvero che vengano acquistati all’esterno o in caso di altre particolari fattispecie.

Omaggi di beni di propria produzione o commercio

Gli omaggi di beni la cui produzione o la commercializzazione rientrino nell’attività dell’impresa non sono generalmente considerati quali spese di rappresentanza e, di norma, l’IVA derivante dall’acquisto di questi beni viene regolarmente detratta in quanto è difficile stabilire a priori quali beni verranno omaggiati e quali verranno venduti.

La cessione di questi omaggi è assoggettata a IVA e il cedente può, in alternativa, al fine di assolvere l’imposta:

  • emettere una regolare fattura con applicazione dell’imposta facendosi pagare dal cliente solo l’IVA. Il documento dovrà essere consegnato al cliente e si dovrà effettuare una scrittura di storno del credito verso il cliente per un importo pari all’imponibile;
  • emettere una regolare fattura con applicazione dell’imposta senza, però, richiedere il pagamento dell’IVA. In fattura dovrà essere riportata la dicitura “cessione gratuita ai sensi dell’art. 2, comma 2, n. 4 del D.p.r. n. 633/1972 senza obbligo di rivalsa Iva ai sensi dell’art. 18, comma 3, del D.p.r. n. 633/1972”. Il documento va consegnato al cliente e si dovrà effettuare una scrittura di storno del credito verso il cliente rilevando così l’IVA non incassata come costo indeducibile;
  • emettere un’autofattura assoggettando ad IVA il bene (indipendentemente dal valore); l’imponibile sarà pari al prezzo di acquisto o di produzione alla data di effettuazione dell’operazione del bene stesso. In questo caso non occorre consegnare al cliente omaggiato alcun documento. È consigliabile emettere comunque il DDT per poter identificare il destinatario e provare l’inerenza del costo con l’attività dell’impresa.
  • tenere un registro degli omaggi sul quale annotare l’ammontare complessivo delle cessioni gratuite effettuate in ciascun giorno, distinte per aliquota. Il registro non deve essere bollato prima della messa in uso ma è necessario procedere alla numerazione progressiva delle sue pagine. L’utilizzo del registro degli omaggi permette di evitare l’emissione della fattura o dell’autofattura nel caso di omaggi. L’operazione deve essere registrata nel registro degli omaggi nel momento della cessione del bene se non viene emesso il documento di trasporto ovvero entro il 15 del mese successivo a quello in cui è stato emesso il documento di trasporto e con riferimento al momento in cui l’operazione si considera effettuata. I valori totali risultanti dal registro degli omaggi devono essere periodicamente (mensilmente o trimestralmente, a seconda della periodicità della liquidazione IVA) riportati sul registro riepilogativo IVA.

Gli omaggi di beni rientranti nell’attività dell’impresa effettuati a enti pubblici, associazioni riconosciute o fondazioni aventi esclusivamente finalità assistenziali, di beneficenza, educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica, alle Onlus e a popolazioni colpite da calamità naturali o catastrofi usufruiscono di un regime di esenzione IVA.

Gli omaggi di campioni gratuiti di beni di modico valore rientranti nell’attività propria vengono esclusi dall’applicazione dell’IVA se:

  • i campioni sono distribuiti gratuitamente: si tratta di beni ceduti gratuitamente per migliorare la conoscenza e favorire la vendita e la diffusione sul mercato con lo scopo di implementare le vendite;
  • tali campioni sono appositamente contrassegnati: i contrassegni devono essere apposti in maniera indelebile, per evitare che i beni in questione possano essere venduti in un momento successivo;
  • i beni ceduti sono di modico valore: il termine di modico valore deve essere valutato con riferimento agli usi commerciali.

Omaggi di beni non di propria produzione o commercio

L’IVA assolta nel caso di acquisto di omaggi di beni non di propria produzione o commercio è detraibile se il bene ha un valore unitario non superiore a € 50,00.

La cessione di questo tipo di omaggi non richiede l’emissione della fattura in quanto non è assoggettata ad IVA. È opportuno, anche in questo caso, l’emissione di un DDT, (con causale omaggio), allo scopo di identificare il destinatario e provare l’inerenza della spesa con l’attività aziendale.

Omaggi ai dipendenti

L’IVA sugli omaggi che l’impresa fa ai propri dipendenti è indetraibile in quanto gli stessi non possono essere considerati come spese di rappresentanza, per mancanza del requisito di inerenza con l’esercizio dell’impresa. Essendo l’IVA indetraibile al momento dell’acquisto, la successiva cessione gratuita ai propri dipendenti è esclusa da IVA.

Se gli omaggi ai dipendenti si riferiscono a beni prodotti dall’impresa, la cessione gratuita sarà assoggettata a IVA, in quanto si è detratta l’IVA al momento dell’acquisto senza obbligo di rivalsa nei confronti dei destinatari.

A livello di imposte dirette, gli omaggi ai dipendenti sono da considerarsi come erogazioni liberali a favore dei lavoratori e quindi deducibili dal reddito d’impresa (art. 95 del Tuir).

Ai fini IRAP, le spese per gli acquisti di omaggi da destinare ai dipendenti rientrano nei “costi del personale” non concorrendo alla formazione della base imponibile.

Omaggi a soggetti esteri Ue ed extra-Ue

Le cessioni gratuite poste in essere a beneficio di soggetti residenti nell’UE non sono configurabili come operazioni intracomunitarie in quanto, in questo caso, viene a mancare il presupposto dell’onerosità della cessione e si applica quanto scritto sopra a seconda che l’omaggio di beni sia inerente alla propria produzione o commercio o meno. Si applicano in questo caso le regole già viste per le operazioni interne.

Le cessioni gratuite effettuate nei confronti di soggetti extra-UE, sono considerate cessioni all’esportazione, con le ordinarie regole di imponibilità delle operazioni relative.

Frammenti di un discorso politico

alberto_casiraghi_ph_MarinaAlessi

‘Tutto è arte, tutto è politica’ ha scritto, tempo fa, Ai Weiwei. L’esibizione dell’arte stessa è un atto politico. Perché nella politica c’è (dovrebbe esserci) la capacità di dialogare, di confrontarsi, mettersi in discussione. Di discutere e sintetizzare il meglio.

Oi dialogoi: i dialoghi come li pensava Platone erano un gioco di rimandi e specchi, ritrovare nelle parole dell’altro i fondamenti del proprio pensare. Come ci vediamo, come vediamo gli altri, come gli altri ci vedono, come vorremmo apparire. Politica, appunto.

Mettere più artisti a confronto rende omaggio all’arte e, al contempo, vuole essere un segno politico. Un richiamo alla capacità degli uomini di raffrontarsi; una capacità tropo spesso dimenticata. Alla capacità di comunicare e di ascoltare. Di contaminarsi e crescere. Di dire. Alla libertà di farlo.

Tempo fa proprio Ai Weiwei, probabilmente il più politico degli artisti contemporanei, ha reinterpretato un video musicale trasformando Gangnam Style, un brano per villaggio vacanze, sole e collanine in qualcosa di inquieto e rivoluzionario, che parla di occhiali per non vedere e manette per censurare. Ai Weiwei ha elaborato e riciclato, semplicemente ballando. Ha dato un nuovo significato, nobilitato, dato vita a qualcosa di nuovo e significativo, ha deviato il corso di una canzone nel fiume sotterraneo della protesta. Ha dato un nuovo proprio personale significato a ciò che già esisteva ed è questo, forse, l’essere davvero artisti. Colloquiare come poeti che assemblano parole quotidiane e ne fanno dita tra i capelli, ventura e sigillo. Perché da cosa nasce cosa e da un dialogo può nascere un movimento (Anish Kapor ha ripreso il discorso di PSY e Ai Weiwei, lo ha reso ancora più dichiarato e chiaro, forte di conseguenza, coinvolgendo i maggiori musei del mondo, i loro direttori e altri artisti, innalzando una canzone pop e simbolo della lotta per i diritti civili).

Nel dialogo e nella sovrapposizione i messaggi si moltiplicano, si esplicitano. E noi che ci troviamo nel mezzo, spettatori fortunati, non possiamo che assorbire e rilasciare come spugne felici e grate.

È questo pensiero la base dei prossimi eventi di Modello Unico: far dialogare l’arte di artisti diversi, a volte complementari altre volte dissonanti, per origliarne i pensieri, per sentirli germoglianti. Mostrarli vicini per dare voce nelle nostre stanze e nelle nostre menti a un dialogo artistico e, di conseguenza, politico. Per dare ancor più sostanza alla percezione, al concetto che è nei rapporti che si nasconde la verità, la libertà di pensiero, la vera democrazia.

(l’immagine è di Marina Alessi e Alberto Casiraghy – Courtesy of Galleria L’affiche)

Redditi dei professionisti, gap di genere al top tra avvocati e commercialisti

Sorgente: Redditi dei professionisti, gap di genere al top tra avvocati e commercialisti – ilSole24ORE

Lo smart working diventerà legge: l’Italia è pronta per il lavoro agile? 

Il sistema produttivo avrà un’opportunità in più per modernizzarsi. Accadrà grazie a un disegno di legge collegato al provvedimento di stabilità, scritto dal professor Maurizio Del Conte per il governo, e contenente nove articoli che introducono ufficialmente lo smart working. Il lavoro agile, con una bella definizione che rende l’idea di un mondo che cambia.

Sorgente: Lo smart working diventerà legge: l’Italia è pronta per il lavoro agile? – Wired

La speranza di Milano, capitale europea e motore dell’Italia

Il successo dell’Esposizione universale è emblematico del valore e delle potenzialità italiane. Il territorio milanese – e con esso l’intera Lombardia – non è stato solo il teatro di questo evento di portata globale. Ne è stato la locomotiva. Ha esercitato un ruolo propulsivo con la sua capacità di progettare, coinvolgere, di allargare, di unire. Una leadership vera che non si è affermata nell’isolamento ma nella coesione. Una coesione che matura tenendo insieme qualità antiche e innovazioni efficaci.

(Una riflessione del Presidente Sergio Mattarella su Milano e i milanesi. Qui: Il Sole 24 ORE)

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: