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Lombard street

il blog dello studio lombard dca

Mese

dicembre 2015

Ogni giorno è un anno nuovo

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Ci sono giorni in cui cambia il mondo o almeno quello che crediamo di conoscere. Giorni in cui cambiano i presidenti e cambiano, a ragione o torto chissà, le speranze. Il tempo sereno diventa tempesta in pochi minuti e, allo stesso modo, ritorna sereno. Cambiano le maggioranze, le idee, i sogni, cambiano i governi e si chiudono gli ombrelli. Si alzano i baveri, si indossano cappotti, si fa il fumo con il nostro respiro e si aspetta, sempre, la primavera.

Tutto cambia come cambiano gli anni e prima o poi smettiamo di meravigliarci. Perdiamo l’incanto, la meraviglia, la voglia di illuderci. Come se avessimo visto tutto mentre, forse, abbiamo solo creduto troppo. Viviamo facendo il riassunto della nostra vita, diventiamo bigini, ci facciamo piccoli con emozioni tisanoreiche.

Ma poi, sempre, scopriamo un rosso teatrale, un mulino a vento forte, un fuoco impreciso per scaldare a caso. Arrotondiamo dove è bello che sia perche non sta bene avere il cuore magro. E finalmente smettiamo di farci l’oroscopo in casa, a credere a quello degli altri.

Finalmente torniamo a sorprenderci, a precipitare.

Buon anno. E buon volo.

‘La letteratura non è un semplice inganno, è il potere pericoloso di andare, attraverso l’infinita molteplicità dell’immaginario, verso ciò che è’

È la realtà che porta da un punto a un altro ma sono l’immaginazione, la teoria, le interpretazioni a permetterci ogni strada. Ogni libro ci mostra una possibilità, una propria verità, una contraffazione talvolta. E ogni idea, in fondo, fa lo stesso.

Se continueremo a rimanere l’anello debole della catena, saremo teatro di scontri ferocissimi fra grandi gruppi, terra di conquista delle multinazionali straniere più forti, un cimitero delle piccole-medie-grandi imprese spazzate via dalla concorrenza più agguerrita del mondo, una vera colonia dell’epoca attuale. Gli anelli forti scaricheranno qui le contraddizioni più devastanti, le lavorazioni a maggior valore aggiunto saranno concentrate in USA, Germania e Giappone; a noi resterà solo lo spazio di fare concorrenza nel costo del lavoro ai paesi emergenti… L’operazione Europa è un progetto di ingegneria istituzionale che risponde agli interessi esclusivi del suo segmento più forte, quello tedesco.

Queste parole, che lette oggi hanno un sapore conosciuto come un pranzo a casa, hanno 35 anni ma non le ha pronunciate un premio Nobel, un politico illuminato, un incredibile veggente, un’arrogante agenzia di rating.

C’è sempre un po’ di fortuna in ciascuna teoria e, spesso, molta poca scienza soprattutto se si parla di economia o di calcio. Ognuno dice quello che pensa e va bene così se c’è un senso e non si spara a nessuno. La verità, però, non esiste mai prima ma solo nella storia e nella fortuna.

D’altro canto quelle previsioni là sopra, così azzeccate e precise si trovano in mezzo a duecento pagine anacronistiche e, spesso, folli. In mezzo a frasi spesso incomprensibili e altre fin troppo chiare che si alternano in un mare piuttosto agitato e tra frasi che a volte sembrano scritte a caso apposta. Si trovano verso la fine de L’ape e il comunista, la raccolta di scritti di critica politica a economica prodotti dal carcere dai brigatisti rossi tra il 1979 e il 1980.

Ognuno, come sempre ha la propria verità e nessuno, in fondo, ha mai davvero ragione. Ognuno ha il proprio racconto dove tutto può iniziare per caso o determinazione, non importa. Per scelta o improvvisazione o tutte e due le cose. Ma è sempre il finale la parte più complicata come azzeccare le previsioni.

Nessuno sa dire come si termina un racconto, un film, una canzone, un amore, una partita, una carriera, un viaggio. Nessuno, per quanto razionale e colto può sapere cosa troveremo nel domani. Se serva una morale comune o che ognuno lo immagini come più gli è simile. Se il finale debba essere definitivo come negli scontri diretti o incompiuto, un rinvio per troppa pioggia. Nessuno sa mai abbastanza e per questo dovremmo regalarci il dubbio.

Solo chi legge può girare l’ultima pagina mentre chi scrive non ha mai idea di quel che succederà dopo.

Perché la ripresa è sempre dietro l’angolo ma spesso lo sono anche gli assassini.

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(Le parole del titolo sono di Maurice Blanchot).

Digitale. Quale impatto sull’accesso e sulla partecipazione culturale?

Esclusi gli automatismi tra innovazione digitale e incremento della partecipazione culturale, si manifestano i primi esiti sulle politiche e sull’organizzazione delle istituzioni culturali che stimolano dialoghi tra discipline e la co-creazione. Ma sul mito della democratizzazione della cultura grazie al digitale, attenzione al guadare il superamento di due criticità che si sommano anziché elidersi sulla stessa fascia di popolazione, la più fragile: il cultural e il digital divide.

Sorgente: Digitale. Quale impatto sull’accesso e sulla partecipazione culturale?

Make Art Not Money! Quando le opere d’arte diventano paradisi fiscali

Di fronte alle cifre vertiginose che stanno raggiungendo le opere d’arte moderna e contemporanea non si può più non chiedersi se dietro tutto ciò non si celi qualcosa d’altro. I risultati d’asta autorizzano a pensare che il mercato dell’arte sia ormai il prodotto di un meccanismo impazzito o pilotato, che la crescita esponenziale e ingiustificata di artisti anche viventi ruoti attorno ad una sorta di buco nero finanziario in cui è possibile far lievitare e trasferire valori senza alcuna possibilità di verificarne l’entità, la provenienza, la trasparenza.

Sorgente: Make Art Not Money! Quando le opere d’arte diventano paradisi fiscali | Pablo Echaurren

Le 10 opere più care del 2015 

Un record d’asta dietro l’altro ha segnato questo 2015: il mercato dell’arte internazionale resiste ai colpi di questo presente di crisi, precarietà e inquietudine dilagante, per la gioia delle due grandi multinazionali del martelletto Sotheby’s e Christie’s. Quest’ultima in particolare non può che essere soddisfatta dell’anno in chiusura, avendo battuto ben 8 delle 10 opere d’arte più care del 2015 e incassato 1 miliardo di dollari – la prima volta nella storia – in una sola auction week.

Sorgente: Le 10 opere più care del 2015 | Artribune

Pagamenti elettronici, per l’Italia è un anno record 

Visa, uno dei principali attori del settore, ha già iniziato a fare i conti: nella prima settimana di acquisti natalizi ha registrato oltre 420 milioni transazioni in Europa. Durante il “Venerdì nero” (27 novembre) ci sono state, sempre nel Vecchio Continente, 1.793 transazioni al secondo, un incremento del 22,5% in Europa e del 10% in Italia rispetto alla settimana del Black Friday dello scorso anno.

Sorgente: Pagamenti elettronici, per l’Italia è un anno record – Wired

Regalo di Natale da 40 milioni di dollari per il MoMA. Il finanziere Kenneth Griffin dona al museo newyorkese quanto i musei italiani spendono in molti anni… 

Come potranno mai i musei italiani competere al livello internazionale, se solo il MoMA di New York, con una sola donazione, ottiene gli stessi fondi che a Roma il Maxxi – per fare solo un esempio – ha a disposizione in 7 anni? E non si tratta di un caso teorico: in questi giorni Kenneth Griffin, miliardario gestore di fondi speculativi, ha ufficializzato infatti il contributo da 40 milioni di dollari al Museo d’Arte Moderna di New York. La donazione, che è avvenuta attraverso il fondo di beneficenza di Citadel, la società d’investimenti di cui Griffin è fondatore e CEO, è una dei più grandi nella storia del museo, che dopo questo gesto intitolerà al nome del benefattore un edificio. “Siamo entusiasti dalla generosità, dell’entusiasmo e dell’apprezzamento di Kenneth Griffin per il Museo d’Arte Moderna”, ha detto il direttore del MoMA Glenn Lowry. “Il suo impegno per la nostra missione è davvero straordinario”. “È un onore sostenere il MoMA, una delle istituzioni culturali del mondo tra

Sorgente: Regalo di Natale da 40 milioni di dollari per il MoMA. Il finanziere Kenneth Griffin dona al museo newyorkese quanto i musei italiani spendono in molti anni… | Artribune

Spesa pubblica, il vero problema è lo spreco a norma di legge

La corruzione in Italia porta sprechi e inefficienze, ma di gran lunga maggiori sono gli sprechi annidati nella spesa pubblica “legale” per opere inutili, che, sotto la foglia di fico dell’ “interesse pubblico”, viene finanziata con l’emissione di debito e, ormai da un decennio, non è controllata da nessuno, neanche dall’Istat.

Sorgente: Strade – Spesa pubblica, il vero problema è lo spreco a norma di legge

La riforma dei contratti di lavoro parasubordinato e autonomo

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Con questo articolo comincia oggi la collaborazione con lo studio Labour che opererà in stretta collaborazione con Lombard DCA in materia di diritto del lavoro, della sicurezza sui luoghi di lavoro, della formazione, della consulenza e delle connesse attività accessorie.

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Il 2016 è alle porte e con esso anche le numerosissime novità introdotte dai decreti attuativi del Jobs Act.

Come si ricorderà, il 25 giugno scorso, è entrato in vigore il D.lgs 81/2015 (quarto decreto attuativo del Jobs Act) che, con un colpo di spugna, ha mandato in pensione i contratti a progetto a decorrere dalla data di emanazione del decreto e facendo tuttavia salvi i contratti di Collaborazione Coordinata e Continuativa, ai più noti come Co.Co.Co., siglati ai sensi dell’art. 409 del Codice di Procedura Civile. La riforma, inoltre, prevede espressamente che alla data del 1 Gennaio 2016, ogni rapporto di lavoro, ancorché di natura parasubordinata o autonoma, che si concretizzi in prestazioni esclusivamente personali, continuative e le cui modalità siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro, debba essere ricondotta alla disciplina del rapporto di lavoro Subordinato.

Con tale previsione il legislatore ha voluto operare un balzo indietro di 12 anni, rinnegando quanto previsto nella riforma Biagi. Preme ricordare che le collaborazioni a Progetto erano state introdotte proprio con la finalità ultima di porre un argine all’uso aprioristico dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che, nella maggior parte dei casi, si rivelavano semplici maschere di rapporti di lavoro subordinato.

Il legislatore, come detto, non si limita a cancellare il contratto a progetto, ma introduce due previsioni che intervengono drasticamente sulle collaborazioni:

  • Stabilisce esplicitamente quali collaborazioni debbano ritenersi viziate, nelle quali vige una presunzione di subordinazione (art 2 );
  • Prevede una sorta di condono Previdenziale, Assicurativo e Fiscale, qualora si proceda all’assunzione a tempo indeterminato a decorrere dal 01/01/2016, di soggetti gia’ parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto e di soggetti titolari di partita IVA con cui abbiano intrattenuto rapporti di lavoro autonomo (art 54).

Analizzando i due punti sopra richiamati il legislatore ha previsto che, laddove la prestazione sia prevalentemente personale, assoggettata al potere gerarchico e direzionale del committente, si sia in presenza di indici di subordinazione che debbano far ricondurre il rapporto di lavoro a rapporto di lavoro subordinato.
Tali indici di subordinazione, tuttavia, non si applicano per espressa previsione normativa con riferimento:

  • Alle collaborazioni previste da specifici Contratti Collettivi siglati dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale;
  • Alle collaborazioni prestate nell’esercizio di professioni intellettuali per le quali è necessaria l’iscrizione in albi professionali
  • Alle attività prestate nell’esercizio delle funzioni degli organi di amministrazione e controllo delle società e dai partecipanti a collegi e commissioni
  • Alle collaborazioni per le quali una commissione di certificazione di cui all’Art. 76 D.lgs 276/2003 ha certificato l’assenza degli indici di subordinazione sopra richiamati.

Passando alla “sanatoria”, il legislatore, al fine di promuovere la stabilizzazione dell’occupazione e di incentivare l’utilizzo del contratto di natura subordinata a tempo indeterminato, ha previsto che, qualora il committente stabilizzi i contratti di natura parasubordinata o autonoma a decorrere dal 01/01/2016, non potrà più essere oggetto di accertamento fiscale, previdenziale ed assicurativo sui medesimi contratti. Tuttavia il legislatore ha previsto alcuni elementi che devono essere presenti al fine di ottenere l’estinzione di eventuali illeciti:

  • La stabilizzazione deve avvenire a decorre dal 01/01/2016 (si ritiene che il legislatore abbia espressamente previsto la data del 01 Gennaio come data spartiacque per non consentire ai datori di lavoro di ottenere il doppio beneficio della sanatoria previdenziale e fiscale e di poter altresì beneficiare dell’esonero triennale per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro il 31/12/2015, previsto dalla legge 190/2014);
  • Instaurazione di un rapporto a tempo indeterminato ( ancorché a tempo parziale);
  • Divieto di recesso nei dodici mesi successivo all’assunzione, salvo che per giusta causa o giustificato motivo soggettivo;
  • Sottoscrizione da parte dei lavoratori stabilizzati, con riferimento a tutte le possibili pretese riguardanti la qualificazione del precedente rapporto di lavoro, di atti di conciliazione ai sensi dell’art. 2113 del Codice Civile o davanti alla commissione di certificazione di cui all’art. 76 D.lgs 276/2003.

I contratti così stabilizzati produrranno l’estinzione istantanea di ogni illecito di natura amministrativa, contributiva e fiscale connessi all’erronea qualificazione dei rapporti di lavoro, fatti salvi gli illeciti già accertati a seguito di accessi ispettivi già in corso ed antecedenti la data dell’assunzione.

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