Continuano i problemi in casa Sotheby’s, dopo la dipartita di altri due membri essenziali dello staff David Norman e Alex Rotter, la casa d’aste dà notizia di un grave calo degli incassi per l’ultimo quarto del 2015 pari a 11,2 milioni di dollari, prevedendo allo stesso modo una significativa perdita nel primo trimestre dovuto a un calo delle vendite all’asta.
La perdita di 1,2 milioni o 17 centesimi per azione di Sotheby’s, può essere confrontata con un reddito di 74 milioni, o 1,07 dollari per azione, dello stesso periodo nel 2014.
In una conference call con gli investitori ieri mattina, Tad Smith amministratore delegato dell’azienda ha dichiarato: «Dopo un anno di transizione, abbiamo una squadra forte con il chiaro compito di costruire un business di maggior valore per gli azionisti e più sensibile verso i vecchi e nuovi clienti. Probabilmente avremo ancora uno o più momenti difficili, mentre attraverseremo il ciclo corrente, ma stiamo facendo attenzione alle garanzie e a gestire la nostra liquidità. Il mercato è in un momento di pausa, sembra che le persone siano in attesa». Sorgente: Sotheby’s perde 11 milioni – Exibart.com
Howard D. Schultz, presidente e CEO della famosa catena di caffetterie Starbucks, ha annunciato che l’azienda all’inizio del 2017 aprirà il suo primo bar in Italia, in centro a Milano. Da anni si parla di un’imminente apertura italiana di Starbucks, ma solo oggi è ufficiale: il gruppo Percassi, il cui proprietario è Antonio Percassi, imprenditore bergamasco e tra le altre cose presidente dell’Atalanta, si occuperà dell’arrivo di Starbucks in Italia. Non è ancora nota la posizione esatta in cui aprirà la prima caffetteria.
Sorgente: Ora è ufficiale: Starbucks arriva in Italia – Il Post
La fine del patto di stabilità per i comuni permette di superare il blocco dei pagamenti delle spese in conto capitale e di utilizzare risorse che altrimenti sarebbero state risparmiate. La maggiore capacità di spesa sarà effettivamente destinata agli investimenti? Una stima delle cifre in ballo.
Sorgente: Spese dei comuni: quanto vale il pareggio di bilancio | M. Ferraresi, P. Lattarulo e L. Rizzo
Cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità economica, occupazione giovanile: questi gli ingredienti richiesti per riempire di creatività questi vuoti e restituirli alle comunità.
La call culturability – rigenerare spazi da condividere è aperta dal 15 febbraio al 15 aprile 2016. Al bando della Fondazione Unipolis possono partecipare organizzazioni no profit, imprese private che operano in campo culturale ricercando un impatto sociale e team informali con prevalenza di under 35.
Sorgente: Culturability – Bando 2016 – Rigenerare spazi da condividere
Equity Crowdfunding: Consob semplifica il regolamento per la raccolta on line di capitali di rischio
Consob ha approvato la riforma del regolamento in materia di equity crowdfunding, la raccolta di capitali di rischio tramite portali on line.
Le novità introdotte, al termine di due fasi di consultazione con il mercato, semplificano la disciplina, puntando a ridurre i costi di raccolta e ad ampliare la platea dei soggetti che possono contribuire a finanziare i progetti d’impresa innovativi.
La riforma intende porre i presupposti per lo sviluppo dell’equity crowdfunding come canale di finanziamento dell’innovazione, in alternativa agli strumenti tradizionali di erogazione del credito.
Tra le novità principali c’è la semplificazione della procedura. Le verifiche di appropriatezza dell’investimento rispetto alle conoscenze e all’esperienza dell’investitore potranno d’ora in poi essere effettuate dagli stessi gestori dei portali, purché risultino dotati di requisiti adeguati. Con ciò i gestori possono subentrare nel ruolo finora svolto dalle banche. E’ stato, inoltre, ampliato il novero dei soggetti legittimati a sottoscrivere una quota dell’offerta in qualità di investitori professionali. Sono state ammesse, infatti, due nuove categorie: a) gli “investitori professionali su richiesta”, così come definiti dalla disciplina europea sulla prestazione dei servizi di investimento (Mifid); b) gli “investitori a supporto dell’innovazione”, identificati da Consob sulla base di criteri oggettivi.
Si può investire nel vino comprando le etichette più pregiate, ma si può investire anche acquistando azioni dei produttori quotati nel mondo. A livello mondiale – sottolinea la ricerca di Mediobanca – un euro investito in vino nel 2001 è cresciuto a 5,4 euro a inizio 2016. Lo stesso investimento su tutte le borse mondiali si sarebbe invece tradotto in un capitale finale di 1,6 euro. Ma soprattutto, dai minimi di fine 2008, il medesimo euro allocato in un portafoglio di titoli vinicoli sarebbe cresciuto fino a 3,4 euro rispetto ai 2-2,5 euro fruttati dalle Borse mondiali.
Sorgente: Investire in vino? Conviene il 160% in più rispetto alla Borsa – Food24
Parità di genere non solo per politiche aziendali che sposino l’equità, ma anche per migliorare i risultati di business. Lo confermano i dati del Peterson Institute for International Economics e dell’Ey, noto istituto di ricerca internazionale, che hanno analizzato i risultati di 21.980 aziende quotate in borsa, in novantuno paesi, provenienti da varie industrie e settori. La ricerca ha dimostrato che avere almeno il 30% delle donne in posizioni di leadership può far aumentare fino al 6% il margine di profitto netto aziendale.
Dopo molti anni di profonda crisi economica, l’Europa sembra aver imboccato il cammino della ripresa. Secondo il World Economic Forum questa timida crescita è dovuta quasi esclusivamente alla politica monetaria e si raccomanda l’attuazione di riforme strutturali volte a incrementare la competitività dei singoli paesi e quindi garantire un trend positivo nel lungo periodo.Dallo studio del World Economic Forum “Global Competitiveness Report 2015-2016” emerge come la situazione in Europa sia eterogenea, con una significativa differenza di competitività tra i vari Stati Membri. L’Italia, ad esempio, si posiziona al 43esimo posto su 140 Paesi (è il paese del G7 con il ranking più basso), la Germania al quarto, l’Inghilterra al decimo e la Francia al ventiduesimo.
Sorgente: Da Harvard lezioni di competitività per l’Europa | Action Institute