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Lombard street

il blog dello studio lombard dca

Mese

settembre 2016

Non solo Pil, l’Istat userà un indice della felicità 

Pochi mesi prima di essere ucciso il 6 giugno del 1968, l’allora candidato alla presidenza Usa, Robert Kennedy, pronunciò una delle più dure requisitorie mai ascoltate contro il Pil come unica misura delle performance di uno Stato: «Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta». Lo stesso Simon Kuznets, che pure del Pil è considerato il papà, già negli anni Trenta avvertiva che «il benessere di un Paese non può essere desunto da un indice di reddito nazionale». Governi e istituzioni economiche internazionali hanno bellamente ignorato il suo avvertimento per oltre ottanta anni. Oggi però, complice la rivoluzione dei big data, il superamento del Pil è diventata un’opzione almeno teoricamente possibile e proprio l’Italia ha annunciato che dal 2017 si doterà nei propri documenti di programmazione finanziaria ed economica di un sistema di indicatori più articolato della semplice misura della produzione economica

Sorgente: Non solo Pil, l’Istat userà un indice della felicità – pagina99

Come evitare un altro caso Apple 

Non serve avere una aliquota per la tassazione del reddito comune a tutta la Ue. Bisogna invece arrivare a una armonizzazione della base imponibile. La commissione ci lavora da tempo. Ma i risultati peccano di astrattezza.

Una soluzione immediata passa per il bilancio basato sui principi Ias.

Sorgente: Come evitare un altro caso Apple | T. Di Tanno

Taglio al costo del lavoro? Difficile ma si può 

Gli sgravi contributivi previsti nel 2015 hanno fatto aumentare in modo significativo le assunzioni. Ora l’incentivo è molto più ridotto, in sostanza un premio a chi assume. Meglio allora pensare a un taglio strutturale del costo del lavoro? I risultati si vedrebbero nel medio periodo, non subito

Sorgente: Taglio al costo del lavoro? Difficile ma si può | B. Anastasia

Il boom delle monete complementari in Europa 

 

A differenza della valuta ufficiale le monete complementari si basano su un accordo volontario, il che permette a ogni comunità di scegliere dei criteri di applicazione. In alcuni casi, ad esempio, le imprese devono rispettare degli standard ecologici o sociali per poter accedere al circuito. Infine, affiché le monete locali restino strumenti di scambio e non di accumulo, le banconote scadono alcuni mesi dopo essere state messe in circolo.

Sorgente: Il boom delle monete complementari in Europa – Wired

Spese mediche e di assistenza specifica necessarie nei casi di grave invalidità o menomazione. Una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate (79/E)

 

Sono pervenute numerose richieste di chiarimenti in ordine alla deducibilità, disciplinata dall’art. 10, comma 1, lett. b), del TUIR, delle spese mediche e di assistenza specifica necessarie nei casi di grave invalidità o menomazione, sostenute dai soggetti indicati nell’art. 3 della legge n. 104 del 1992.

In particolare, è stato chiesto se ai fini della deducibilità sia necessaria la certificazione relativa al riconoscimento dello stato di portatore di handicap ai sensi della legge n. 104 del 1992, oppure sia sufficiente la certificazione dello stato di invalidità.

In via preliminare, si fa presente che, come chiarito nelle istruzioni ai modelli di dichiarazione dei redditi 2016 e nella guida sulle agevolazioni fiscali per le persone con disabilità, aggiornata a marzo 2016, ai fini della deducibilità delle spese mediche e di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione, di cui all’art. 10, comma 1, lett. b), del TUIR, sono considerati “disabili”, sia le persone che hanno ottenuto le attestazioni dalla Commissione medica istituita ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 104 del 1992, sia coloro che sono stati ritenuti “invalidi” da altre Commissioni mediche pubbliche incaricate per il riconoscimento dell’invalidità civile, di lavoro, di guerra, eccetera.

Riguardo ai soggetti riconosciuti portatori di handicap ai sensi delle legge n. 104 del 1992, si ritiene opportuno precisare che la grave e permanente invalidità o menomazione, menzionata dall’articolo 10, comma 1, lett. b), non implica necessariamente la condizione di handicap grave di cui all’art. 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992.

Si è dell’avviso, pertanto, che la certificazione rilasciata ai sensi della legge n. 104 del 1992 sia sufficiente ad attestare il requisito soggettivo per fruire della deduzione.

Tale soluzione non è, invece, adottabile per i soggetti riconosciuti invalidi civili. Si ricorda, infatti, che con circ. n. 55/E del 2001 è stato precisato che, per il diritto alla deduzione in esame, non può ritenersi sufficiente il solo riconoscimento dell’invalidità civile, dal momento che l’accertamento della invalidità civile concerne la valutazione del grado di capacità lavorativa, mentre, l’accertamento dell’handicap attiene allo stato di gravità delle difficoltà sociali e relazionali di un soggetto che, se accertato, consente l’accesso a servizi sociali e previdenziali nonché a particolari trattamenti fiscali. Si tratta, in definitiva, di accertamenti concettualmente distinti in quanto perseguono finalità diverse.

Nel caso di riconoscimento dell’invalidità civile occorre, dunque, accertare la grave e permanente invalidità o menomazione; la scrivente ritiene che la gravità della invalidità, laddove non sia espressamente indicata nella certificazione, possa essere senza dubbio ravvisata nelle ipotesi in cui sia attestata un’invalidità totale nonché in tutte le ipotesi in cui sia attribuita l’indennità di accompagnamento.

Detta indennità è, infatti, riconosciuta in favore di soggetti che versano in condizioni di particolare gravità quali, ad esempio, i cittadini riconosciuti inabili totali per affezioni fisiche o psichiche e che si trovino nella impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, necessitano di una assistenza continua; gli ultrasessantacinquenni, non più valutabili sul piano dell’attività lavorativa, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni dell’età e che, come gli invalidi totali, abbiano necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita o di deambulare autonomamente (cfr. l. n. 508 del 1988 e d. lgs. 509 del 1988).

 

risoluzionen79del23settembre2016

Nella cultura? Tanti generali e nessun soldato 

La cultura non può essere intesa come puro mecenatismo. Il rischio, altrimenti, è quello di cadere in un sistema che dipenda esclusivamente dalla generosità altrui e che, in assenza di questa, è destinato all’immobilismo. Bisogna invece mettere in condizione il nostro tessuto industriale, composto non da grandi multinazionali, ma da piccole aziende con forte vocazione territoriale, di investire nella cultura.

Sorgente: Nella cultura? Tanti generali e nessun soldato – Exibart.com

Sharing economy, non solo “multinazionali”. Resistono comunità ancora autentiche

Quale futuro per la Sharing economy, ormai in mano a “colossi” come Airbnb, Uber e Task Rabbit, che perseguono gli obiettivi di una qualsiasi multinazionale?

Su ilLibraio.it Gea Scancarello, esperta in materia, seleziona una serie di realtà alternative, tutte basate sul concetto di comunità, da scoprire per chi vuole vivere in profondità l’economia della condivisione

Sorgente: Sharing economy, non solo “multinazionali”. Resistono comunità ancora autentiche – Il Libraio

La piccola (e ignorata) Brexit della Svizzera 

Mentre il problema della Brexit è perennemente al centro del discorso pubblico, molta meno attenzione è stata dedicata a una vicenda simile che si sta svolgendo nel cuore dell’Europa e che ha molti punti di contatto con ciò che è avvenuto e sta avvenendo in Gran Bretagna. E cioè la crisi che stanno affrontando i rapporti tra la Svizzera e l’Unione europea.

Anche in questo caso l’origine del problema nasce da un referendum il cui possibile esito è stato colpevolmente sottovalutato dalla politica. Il 9 febbraio 2014, infatti, gli svizzeri hanno votato un’iniziativa popolare dell’Udc – Unione Democratica di Centro, che proponeva di reintrodurre quote massime per l’immigrazione, approvandola con la risicata maggioranza del 50,3% nella generale costernazione di tutti gli altri partiti.

La Svizzera è un Paese fondato sulla democrazia diretta, e disattendere il risultato del referendum è impensabile. Tuttavia applicarlo rischia di creare problemi di difficilissima soluzione.

Sorgente: La piccola (e ignorata) Brexit della Svizzera – pagina99

Case di lusso, a Roma costano 20mila euro al metro quadrato 

È Roma la città più cara per ciò che riguarda gli immobili di lusso, con prezzi nel centro storico che arrivano fino a 20.000 euro al metro quadrato. A seguire troviamo Venezia, dove gli immobili di pregio possono costare fino a 15.000 euro al metro quadro, Milano con prezzi fino a un massimo di 13.000 euro, a pari merito con Verona, e infine Firenze dove gli immobili sul Lungarno costano fino a 8.200 euro a metro quadro. È la panoramica dell’immobiliare di pregio in Italia, che emerge da un’analisi condotta dall’agenzia specializzata Engel & Volkers.

Sorgente: Case di lusso, a Roma costano 20mila euro al metro quadrato – Wired

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