Ricerca

Lombard street

il blog dello studio lombard dca

Categoria

studioLombard

L’economia creativa e il futuro dell’occupazione nel Regno Unito e in Italia

IMG_0419

L’economia creativa, secondo Florida[1], è quell’economia basata sulla conoscenza e sul talento, in cui il vantaggio competitivo delle imprese si misura dalla loro abilità di attrarre e stimolare risorse umane e capacità. Oltre a contemplare le arti, quali architettura, pittura, letteratura, musica, l’economia creativa comprende anche le scienze, l’attività di ricerca e sviluppo, e quelle attività di produzione e di consumo legate al marketing, alla moda, al design, all’intrattenimento, ai media e allo sport.

L’economia creativa è in forte crescita anche per i cambiamenti che le imprese e i mercati stanno affrontando negli ultimi anni; la diffusione di nuove tecnologie informatiche e di internet e la tendenza a orientare la concorrenza sulla qualità piuttosto che sul basso costo incidono sulla valorizzazione delle idee, della creatività e dell’eccellenza. Di conseguenza assumono rilevanza i copyrights, i brevetti, i marchi e il design come strumenti competitivi a difesa della proprietà intellettuale, a vantaggio quindi delle figure professionali legati a queste competenze, i c.d. creative jobs.

È stato condotto uno studio dalla Fondazione inglese Nesta sull’economia creativa e sul futuro occupazionale; secondo questo studio nel Regno Unito l’economia creativa è un settore cruciale e profondamente radicata nel Paese e i creative jobs non avranno un impatto negativo in relazione al fenomeno della sostituzione macchina/uomo, ritenendo la creatività inversamente proporzionale all’automazione. Ciò è spiegato dal fatto che le macchine possono sostituire l’uomo per quelle prestazioni che possono essere quantificate e valutate in via anticipata e quando l’ambiente di lavoro è sufficientemente semplice per consentirne il controllo. Inoltre, i lavori creativi sono considerati dei good jobs perché hanno elevati livelli di soddisfazioni di vita, redditività e felicità ma anche più elevati livelli di anzianità. Questi fattori potrebbero spingere alla crescita di nuovi posti di lavoro nell’economia creativa, prevedendone un milione entro il 2030.

La Nesta Foundation suggerisce nel suo Manifesto dell’economia creativa, al fine di sfruttare questi fattori, delle raccomandazioni per la politica:

  1. Considerare nell’istruzione generale ed educativa anche le materie artistiche passando dal sistema STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) al STEAM (Science, Technology, Engineering Arts and Mathematics), perché le imprese culturali cercano questo mix multi-disciplinare delle scienze e delle arti;
  2. BIS (dipartimento di business innovazione e skills) e DCMS (dipartimento di Cultura, Media e Sports) dovrebbero stanziare dei fondi per creare dei clusters creativi al di fuori del distretto londinese, coinvolgendo anche i finanziamenti del settore privato, delle autorità locali e fondazioni culturali. Dallo studio condotto risulta infatti una eterogeneità dell’occupazione creativa tra Londra e il resto del Regno Unito;
  3. Il Governo dovrebbe garantire delle infrastrutture digitali che consentano alle imprese creative di sviluppare contenuti di prossima generazione, servizi e applicazioni investendo nella fibra ultraveloce e altre tecnologie ibride come G.fast;
  4. I finanziamenti pubblici dovrebbero, oltre a finanziare il settore dell’arte anche promuovere nuovi e innovati modelli di finanziamento; dovrebbero dedicare almeno l’1% delle spese in bilancio nel settore della R&S;
  5. Il governo dovrebbe istituire una lotteria nazionale per il settore dei videogiochi, secondo il modello della BFI (British Films Institute) che prevede finanziamenti mediante National Lottery per sostenere la produzione cinematografica, la distribuzione, l’educazione, lo sviluppo di ricerche di mercato.

In Italia, secondo uno studio condotto da E&Y, L’industria creativa e culturale si colloca al terzo posto in Italia da un punto di vista occupazionale, dopo il settore edile e quello della ristorazione e alberghiero, e che grazie all’importante contributo intellettuale, il settore è caratterizzato da un’alta concentrazione di capitale umano. In termini numerici, l’ industria della cultura e della creatività ha registrato nel 2015 un valore economico complessivo pari al 2,96% del Pil nazionale, con un tasso di crescita rispetto all’anno precedente del 2,4% dei ricavi diretti. L’86% dei ricavi è rappresentato da ricavi diretti, derivanti cioè dalle attività della filiera creativa quali la concezione, la produzione e la distribuzione di opere e servizi culturali e creativi, mentre il rimanente è dovuto a ricavi indiretti, ovvero quelli relativi ad attività collaterali o sussidiarie.

Le stime effettuate da E&Y nell’ambito dello studio condotto evidenziano che il valore economico è pari solo a due terzi del valore che l’industria della cultura e della creatività potrebbe generare se riuscisse, da un lato a sfruttare le opportunità di crescita e a contrastare le minacce che incombono su di essa, e dall’altro se riuscisse a raggiungere una maggiore valorizzazione potrebbe arrivare ad oltre 500mila posti di lavoro addizionali, passando dagli attuali 1,03 milioni (circa il 4,6% della forza di lavoro italiana) a 1,6 milioni di occupati.

Al fine di poter raggiungere questi obiettivi, le associazioni di categoria chiedono al Governo un sostegno nella difesa del settore da fattori che rappresentano delle concrete minacce allo sviluppo e un impegno nella protezione dei diritti dei titolari dei contenuti creativi e culturali in Europa. Si auspicano inoltre che venga normata la Direttiva Copyright, che fa riferimento alla responsabilità degli operatori tecnologici che utilizzano opere dell’ingegno e che indica come strada maestra la collaborazione tra piattaforme e titolari dei diritti, una maggiore trasparenza per il riconoscimento delle opere e informazioni puntuali sulle utilizzazioni.

Si richiede anche di colmare eventuali lacune normative, dalla regolamentazione fiscale alla formazione: Tax credit, IVA, agevolazioni fiscali, estensione patent box, coinvolgimento del Miur per esigenze formative e soluzioni tecnologiche contro la pirateria. Occorrerà anche puntare sull’internazionalizzazione, attivando nuove sinergie con l’ICE, gli Istituti di Cultura e le Camere di Commercio.

[1] Florida, R. (2002) The Rise of the Creative Class. New York, Basic Books.

(l’immagine è di Massimo Mion “Big Bad Wolf” – sottopasso Garibaldi,  Milano)

Lo studio Lombard oltre lo studio Lombard

Tra le attività che come studio portiamo avanti con passione e in cui crediamo molto ci sono quelle legate alla condivisione. La condivisione, delle idee, delle conoscenze, dei mondi di persone diverse.
Tutto questo, crediamo, non è secondario nel mestiere che facciamo perché la nostra professione, la sua missione, non parte dai numeri ma è fatta di persone, non parla solo di economia ma intreccia rapporti e dovrebbe guardare sempre un po’ più in là. E’ questa la nostra identità.
Per questo abbiamo ospitato e ospiteremo ancora artisti in studio (la prossima mostra aprirà il 2 maggio, cominciate a segnarvi la data). Non per vendere o arredare anche se questo avviene ma per unire mondi, gettare ponti, per condividere e credere nelle opportunità.
Per questo, poi, investiamo tempo e energie a partecipare a convegni, tavole rotonde, incontri. Perché è dallo scambio che nascono i progetti; perché è nel raccontare le esperienze che le esperienze si raddoppiano. Perché non ci possono essere gelosie, reticenze sul sapere.
Per questo, quindi, prossimamente parteciperemo a un workshop al Collegio Castiglioni Brugnatelli di Pavia a parlare di ArtBonus e sponsorizzazioni alla cultura e per tre giorni saremo a Tempo di Libri, la nuova fiera del libro di Milano con gli editori a raccontare di finanziamenti e di imprese culturali.
E di quello che andremo a fare a Firenze e Taranto vi diremo presto.
Siete tutti invitati, ovviamente.

Locandina workshop 11 aprile 2017 - Collegio CB

E’ tempo di libri anche per noi

(per i dettagli cliccare sulla foto)

Gli incentivi alle PMI che gli editori non conoscono

The Art Market 2017: an Art Basel & UBS Report

Per scaricare il report cliccate sulla foto

IMG_0341

ArtLab 16. Un bel viaggio

Screenshot 2017-03-20 17.47.46

Un viaggio a cui è stato un nostro onore partecipare.

Fondazione Fitzcarraldo:

Taccuino di viaggio in quattro tappe” è il titolo dell’eBook che raccoglie materiali, articoli di approfondimento e video realizzati in occasione dell’edizione 2016 di ArtLab. Ben 68 pagine di articoli e video per ripercorrere i principali temi delle 4 tappe del 2016. Veri e propri approfondimenti su temi come salute e cultura, internazionalizzazione delle imprese culturali, innovazione per i musei e tanto altro. Un documento prezioso per avere un quadro generale su ciò che ha animato il dibattito nel 2016. Un buon punto di partenza per prepararsi all’edizione 2017.

Scarica l’eBook qui: http://www.fitzcarraldo.it/artlab16_book_15marzo_MID.pdf

 

Art Market Today

Ne parliamo sabato prossimo al Centro Pecci di Prato.

Qui, per la precisione.

image

Stay tuned

Avremo anche noi una parte nella nuova fiera del libro di Milano.

Come? Aspettate e vedrete.

img_0306

Senza limiti e confini*

west-bank4.png

I muri sono ben poca cosa. Viviamo in un mondo liquido di idee condivise, pure troppo, e a fronte di una deriva populista in cui ognuno si sente in diritto di esprimere il proprio parere su tutto, indipendentemente dalla propria esperienza e dalla propria cultura, in cui l’educazione è spesso diventa facoltativa e di certo meno importante della voce alta e, appunto, dei muri da costruire attorno a sé stessi, esiste una forza che ha poco senso contrastare, una ibridazione di contenuti che favorisce la creazione di valore condiviso.

In un mondo in cui si demarcano i confini tra Stati con blocchi di cemento a leggi antistoriche contemporaneamente altri confini si aprono fruttuosamente e vengono meno distinzioni su cui fino ad ora abbiamo fondato le nostre basi.

La definizione di sharing economy sta assumendo nuovi caratteri e passa dalla condivisione dei mezzi a quella degli scopi, alla creazione di un’economia partecipativa non solo nei suoi attori ma anche nelle sue forme e nelle sue declinazioni. Viene meno, ad esempio, la linea di demarcazione tra imprese profit che sempre più spesso assumono carattere e scopi sociali e variegatamente redistributivi (non solo in termini economici ma anche e soprattutto sociali e conoscitivi) e associazioni che fino ad ora, sbagliando, abbiamo sempre immaginato lontane dal mercato. Un processo inclusivo in cui, ad esempio, chiunque in ogni forma preferisca può scientemente favorire la fruizione pubblica della cultura.

Allo stesso modo pubblico e privato diventano definizioni restrittive in un sistema di relazioni e di valori efficiente. Come Apollo, parola e conoscenza, e Dioniso, immediatezza e vitalità, si incontrano nel comune campo della follia intesa come qualità secondo le parole di Platone per cui i più grandi beni giungono a noi attraverso la follia, concessaci per dono divino così elementi apparentemente contrastanti rivivono in maniera più efficace e completa in quella terra di mezzo che è l’impianto economico e sociale in cui ogni giorno ci muoviamo e che è incondizionatamente una costante intersezione pensieri e di propositi accomunati dal personale indirizzo che ognuno di noi vuol dare. E posseduti da questa follia verranno donate molte e belle cose sia agli individui che alla comunità.

L’identità non perde significato ma diventa un punto di partenza , non deve essere una gabbia ma, al contrario, l’inizio di un percorso fruttuoso, la base di un confronto. La politica, quando è Politica, è il riassunto delle diverse esigenze per il bene comune non l’affermazione di una supremazia e questo vale nelle pratiche economiche come in quelle di governo.

È un campo aperto e franco. Non un muro, appunto.

(* Lo cantava Battisti già molto tempo fa: troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante)

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: