La casa è il simbolo della stabilità, il luogo delle certezze, quello in cui pensiamo di poter stare bene, dove fidarsi, dove vivere ogni giorno. La casa è un rifugio sicuro che è e sarà, ragionevolmente, per tanto. In qualche modo, al di là del mercato, dei sentimenti, delle paure. La casa è un luogo universale, qualcosa da cui non puoi comunque prescindere, di cui non puoi fare meno per troppo tempo, un tetto sotto cui rifugiarsi e respirare. Un fondamento indiscutibile non per investitura divina ma per ruolo consapevole e condiviso. È un centro a cui tendere, da cui ripartire, in cui tornare sia che il nostro viaggio ci porti in mare aperto o per strade conosciute. Un porto oltre il vento e le onde.
Noi pensiamo al nostro studio nello stesso modo: una casa solida e sicura fatta di mattoni e non di paglia o fango, costruita sul terreno solido della competenza, arredata di condivisione. Una casa trasparente come quella disegnata da Mies van der Rohe dove nulla è invisibile. Non una reggia gelida o un anonimo condominio ma un luogo comune in cui ognuno sia re a servizio.
Il luogo di lavoro non è, non deve essere, un indirizzo. Non è un posto su una mappa ma dentro di noi. E’, forse, il posto in cui passiamo più tempo da svegli.
Abbiamo sempre creduto allo studio come un luogo aperto e chi ci conosce sa che è davvero così. Allestiamo mostre perché ci piace che le persone ci conoscano per quello che siamo e non solo per ciò che facciamo e perché la bellezza faccia parte del nostro quotidiano. Ospitiamo incontri tra persone curiose e propositive perché è nello scambio delle idee che queste crescono e diventano buone. Organizziamo aperitivi con i colleghi e le feste della nostra grande famiglia perché qui, tra queste mura, non ci sono muri. Perché qui si sta bene. Terremmo concerti se lo spazio lo consentisse.
E’ questo che proviamo a fare: stare bene come in una famiglia in cui si sta bene. Sentirsi a casa. Non è sempre facile ma è il modo in cui noi crediamo che questo tempo si debba intendere: un’occasione di essere parte di qualcosa, un modo per crescere ogni giorno. Assieme.
Per questo, anche, da questa settimana e ogni futura settimana chiunque lavori nei nostri spazi (soci, collaboratori, dipendenti, uomini e donne, tutti insieme) può approfittare di mezz’ora di yoga disegnato su misura per noi.
La condivisione è il nostro welfare.